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Le «altre» recensioni

di Lilly Lazzarini (Cuccu'ssétte)


Das amulett von valetudo

2008, regia di Lisa Rau

 

LA SCHEDA DEL FILM

   

L’Amuleto di Valetudo, Das amulett von valetudo in lingua originale, è un cortometraggio creato da appassionati di fantasy tedeschi. Si tratta di un progetto no profit, realizzato nell’agosto del 2008 dalla Vagant production e girato nelle incantevoli location dell’alta Baviera, a Spessart, e a Burscheid, nella Renania-Westfalia.

Si tratta di un fantasy di ambientazione medievale, con molti duelli e una buona dose di magia. La Strega Grigia ha perso il corpo e gran parte dei suoi poteri a causa di un oscuro esperimento. Solo l’Amuleto di Valetudo può aiutarla, ma l’oggetto è nelle mani di una fanciulla e la protegge contro i malintenzionati. Impossibilitata a recuperarlo in prima persona, la strega appare a due avventurieri, un grosso guerriero e un’agile spadaccino. Sono due improbabili eroi, ingenui, e le è facile coinvolgerli, tuttavia niente è ciò che appare, in un universo dominato dalla stregoneria…

Sorprende fin dalle prime inquadrature la cura estrema, impensabile nella gran parte dei filmati amatoriali. Le sequenze alternano primi piani e dettagli, la macchina da presa si muove con efficacia, sottolinea i momenti epici senza strafare con virtuosismi inutili.

La sceneggiatura è solida e la vicenda scorre, comprensibile anche a quanti hanno poca dimestichezza con il cinema di genere. Le voci sono ben impostate, sincronizzate con professionalità, e sottotitoli in inglese facilitano la comprensione della pellicola, distribuita in streaming. I costumi sono semplici e sobri, evitano concessioni alla moda attuale e pacchiane rivisitazioni degne di una rievocazione paesana pseudo storica.

è vero che le spade sono di lattice, ma i protagonisti le brandiscono con un’abilità sconosciuta a gran parte dei giocatori di ruolo dal vivo. Il grosso guerriero e il compagno litigano mostrando autentiche tecniche di disarmo e contrattacchi analoghi a quelli teorizzati da Hans Talhoffer, maestro di spada vissuto nella metà del 1400. Gli interpreti sono probabilmente appassionati di living history, piuttosto che goffi nerd.

La bella fotografia minimizza le armi di lattice, fa appena vedere l’amuleto, e compie veri miracoli per valorizzare attori e paesaggi. Gli effetti speciali sono utilizzati con intelligenza; la pellicola evita sfoggi gratuiti di tecniche grafiche, e ricorre ai ritocchi di post produzione quando davvero occorre, per dare concretezza alle stregonerie.

Il film è basato su un soggetto apparentemente collaudato, sviluppato con ironia e maturità: non c’è l’ennesima battaglia tra bene e male che deciderà il destino del mondo, a volte gli eroi sono ingenui portati a risolvere ogni guaio ricorrendo ai muscoli, le fanciulle in pericolo sanno difendersi e magari sotto l’aspetto angelico nascondono conoscenze arcane.

Il copione, nei limiti della breve durata della pellicola, riesce a dare una caratterizzazione ai protagonisti: la strega brama l’amuleto per riavere il suo corpo, il grosso guerriero ama la battaglia e la taverna, il guerriero in armatura leggera fa il galante, la fanciulla parla sempre di fasi lunari… Poche righe che risparmiano l’anonimato a tutti i personaggi. Pur rispettando i canoni di una fiaba fantasy, la pellicola lascia intuire la presenza di un mondo assai più complesso. Battaglie epiche, taverne, castelli e borghi, e tanta stregoneria: un universo che viene suggerito all’immaginazione dello spettatore.

C’è da augurarsi che la diffusione di questo piacevole cortometraggio possa aprire la strada per produzioni di genere, di qualità.

     

 

 

©2013 Lilly Lazzarini

    

 


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