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Vichinghi e popoli del Nord


Zvenigora (La montagna incantata)

1928, regia di Aleksandr Dovzenko

 

Scheda: Nazione: URSS - Produzione: VUFKU production - Distribuzione: Grapevine Video - Soggetto: Mikhail Johansson, Yurtik ( Yuri Tyutyunik) - Sceneggiatura: Mikhail Johansson, Yurtik (Yuri Tyutyunik) - Fotografia: Boris Savelyev - Art Direction: Vasili Krichevsky - Formato: B.N., muto - Durata: 90' (109').


 


Cast: Georgi Astafyev, Nikolai Nademsky, Polina Otava, Lev Podorozhnij, I. Selyuk, Simon Svashenko.

  

 

Trama e commenti: scaruffi.com: «...Zvenigora (1928), il complesso film che lo [Aleksandr Dovzenko] rese famoso, era un omaggio alla sua patria, un riassunto della storia millenaria della nazione ucraina e un affettuoso ritratto del suo popolo: un vecchio, custode di un antico tesoro, racconta le leggende lontane e recenti della sua terra al nipote controrivoluzionario, mentre l'altro nipote, un cosacco, è consapevole della ricchezza del suolo ucraino in termini agricoli e minerari; istigato dal primo nipote, il vecchio tenta di far deragliare il treno su cui viaggia il secondo, ma all'ultimo momento si ravvede, capisce che il vero tesoro sono la sua terra e la sua gente e si unisce ai rivoluzionari, mentre il reazionario si suicida. Il tema principale, la contrapposizione fra superstizione e materialismo, passa in secondo piano davanti alla perizia tecnica del regista, che sfrutta flashback, sovrimpressioni, montaggi paralleli, con grande disinvoltura, attingendo a Meliès, Griffith e Lang...».

Plot Summary, Synopsis, Review: grapevinevideo.com - silentera.com - nytimes.com - nyfavideo.com: «Soaked with blood, sealed in secrecy, shrouded in legend treasures of the country have been buried for ages in Ukranian soil. Thus begins one of the most unusual films by Dovzhenko. A myriad of real and mythic images from ancient Viking Invaders to post-revolutionary sabotage are interwoven with ancient and modern superstitions to create this freeform narrative in which two brothers and their grandfather search for a buried treasure. The first of Dovzhenko's films in which he had total freedom was experimental and allegorical, changing from dream to reality, past to present, an example of the last flowering of the exciting avant-garde Soviet cinema of the 1920s, the product of a young, revolutionary society...».

   

   


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