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         Medioevo italiano. I film degli anni '60 - Medioevo magico: diavoli e maghi, roghi e streghe - Medioevo al femminile  | 
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I LUNGHI CAPELLI DELLA MORTE
1964, regia di Antonio Margheriti (come Anthony Dawson)
Scheda: Nazione: Italia - Produzione: Cinegai - Distribuzione: Unidis, Domovideo, Sinister Cinema, Something Weird Video - Soggetto: Ernesto Gastaldi - Sceneggiatura: Bruno Valeri - Fotografia: Riccardo Pallottini - Montaggio: Marcello Andrei, Mario Serandrei - Scenografia: George Greenwood - Costumi: Humphrey Patterson - Musiche: Evirust, Carlo Rustichelli - Formato: B.N. - Durata: 100'.
Cast: Barbara Steele, George Ardisson, Halina Zalewska, Robert Rains, Laura Nucci, Giuliano Raffaelli, John Carey, Jeffrey Darcey.
 
 Trama e commenti: 
cinematografo.it 
- 
mymovies.it - 
it.wikipedia.org -
movieplayer.it - 
antoniomargheriti.com
- 
exxagon.it
«...Con un plot un po' alla Edgar Allan Poe, fatto di morte, condanna, 
ritorno e vendetta, non si può dire che I lunghi capelli della morte sia 
una perla di originalità. I dialoghi sono standard e sovente recitati con enfasi 
melodrammatica, così lo score musicale di Carlo Rustichelli "all'organo" segue 
pedissequamente gli stereotipi del genere. Nonostante la prevedibilità del 
tutto, questo non toglie che il film abbia la sua buona atmosfera gotica fatta 
di segrete, castelli, ragnatele, streghe e qualche cadavere mezzo putrefatto. 
Occorre vedere, a questo punto, quanto lo spettatore sia suscettibile al gotico 
in bianco e nero: se non si è avvezzi a questo stile non è improbabile che si 
possa essere assaliti da noia. Peccato, comunque, perché il film ha i suoi 
momenti. In ogni caso I lunghi capelli della morte è meglio noto per la scena in 
cui viene mostrato il seno della Steele, momento da me prontamente campionato 
(immagine a sx). Che sia davvero la Steele ci sono grandi dubbi: punto primo il 
volto dell'attrice che mostra il seno è provvidenzialmente coperto dai capelli 
dall'inizio alla fine della scena, punto secondo la donna sdraiata mostra di 
essere più "dotata" di quanto sembri essere la Steele (in piedi). Detto questo, 
aggiungerei un bel "chissene"; prendiamo la cosa per quello che è, ovvero un 
tocco exploitation nell'horror gotico, cosa nella quale noi italiani eravamo 
maestri. Quasi non necessario far notare che il film non avrebbe avuto lo stesso 
impatto senza la presenza della non-canonicamente-bella-sempre-ma-affascinate 
Steele, la più grande goth queen che il nostro cinema abbia avuto. Non meno 
bella è Halina Zalewska, attrice artisticamente scomparsa nel nulla intorno al 
1975. Peccato. Entrambe le donne nel film portano cognome Karnstein, molto 
famoso nel genere vampiresco. Il protagonista maschile, Giorgio Ardisson, sembra 
un po' sopra le righe e, vista la sua carriera povera di pellicole horror, si 
può supporre che non fosse questo il genere nel quale si trovava più a suo agio. 
In conclusione, I lunghi capelli della morte non è certo un gotico ai 
livelli, ad esempio, de Il mulino delle donne di pietra (1960), o 
La maschera del 
demonio (1960), ma rimane comunque un pezzo di cinema 
italiano di genere godibile da coloro che hanno una comprovata dimestichezza con 
il bianco e nero e che sopportano volentieri una certa melodrammaticità».
Plot Summary, Synopsis, Review: 
IMDb - 
entertainment.msn.com 
- 
allmovie.com: 
«In the 15th century, a young woman is accused of being a witch and 
committing a murder. She is burned at the stake. Years later, during a plague, 
she is revived by lightning. She returns to her village to prevent her daughter 
from marrying the man who actually committed the murder for which she was 
executed» (Brian Gusse).
Conosciuto anche con i titoli: The Long Hair of Death; La sorcière sanglante.