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Le «altre» recensioni

di Lilly Lazzarini (Cuccu'ssétte)


Gli Erculoidi

(The Herculoids)

1967-1969, serie diretta da William Hanna, Joseph Barbera

 

LA SCHEDA DEL FILM

   

Prima del successo internazionale della serie animata He-Man e i dominatori dell'universo ispirata ai giocattoli 'Masters of the Universe', le incursioni nel fantasy dell'animazione occidentale si contano sulla punta delle dita. Tra le rare eccezioni Gli Erculoidi (The Herculoids), una produzione Hanna-Barbera che apparve in televisione nel 1967 e giunse in Italia nei primi anni Ottanta

La serie, composta da 36 brevi episodi (a cui se ne aggiungono 11 realizzati nel 1981), è caratterizzata dall'inusuale mescolanza di fantascienza e sword & sorcery. I protagonisti dimorano nell'immaginario e primitivo pianeta Quasar (chiamato Amzot negli ultimi episodi): Zandor è l'eroe muscoloso e indomito che gira seminudo; la sua compagna è la bionda Tara, con un fisico da pin-up; Dorno è il loro figlio adolescente. Il blando erotismo creato da questi personaggi procaci e poco vestiti è affievolito dal legame familiare e dalla presenza dei loro amici Erculoidi, misteriosi e possenti alleati: il dragone Zok è capace di scagliare saette da occhi e coda; Tundro, una sorta di rinoceronte preistorico, può emettere proiettili di lava dal corno che ha sul muso e può allungare a dismisura le sue dieci zampe; Igoo è uno scimmione gigante dal corpo duro come la roccia; infine i bizzarri Gloop e Gleep sono due creature gommose senza forma che possono assumere aspetti diversi. Tutti insieme difendono il pianeta dalle mire di numerose specie aliene, una più bellicosa dell'altra, o affrontano le insidie della natura ostile.

Fondata a metà degli anni Cinquanta, Hanna-Barbera si era specializzata nello sfornare cartoni comici, destinati ai più piccoli, come Orso Yoghi, Braccobaldo, Lupo de' Lupis, Gli Antenati, Gianni e Pinotto e molti altri, disegnati con un tratto semplice e immediato. Sul finire degli anni Sessanta e per tutti i Settanta proseguì nel filone comico o semiserio recuperando le gag della slapstick comedy, riproponendole in altri contesti, come le corse automobilistiche di Wacky Races, il mistery di Scooby Doo, lo spionaggio di Josie e le Pussicats e Butch Cassidy. Oppure sfruttavano i protagonisti dei film di successo per adulti riproponendoli ai ragazzi, come La Famiglia Addams, Fonzie e la Happy Days Gang, addirittura Frankenstein Junior... con risultati discutibili. A distanza di molti anni un adulto può ancora gustare i Flintstones e i Pronipoti, che anticipano la satira sociale dei Simpson, ma in ogni caso l'umorismo è diretto, facile e adatto ai bambini.

Precorso dal 1964 con Jonny Quest, il biennio 1966-67 invece ruppe un po' gli 'schemi' perché la celebre casa americano partorì in rapida successione varie serie animate fantastiche e fantascientifiche di tenore un po' più serio (Space Ghost and Dino Boy, Birdman and The Galaxy Trio, Moby Dick and the Mighty Mightor, Young Samson and Goliath...) tra cui appunto Gli Erculoidi.

In queste serie le battute ironiche sono ridotte a poche sequenze, sembrano un'aggiunta dovuta , un po' come accadeva negli epiloghi dei telefilm più popolari, e talvolta sfiorano velati doppi sensi. I combattimenti evitano rappresentazioni violente troppo esplicite e ovviamente non ci sono caduti sul campo, tuttavia la trama è avventurosa e gli scontri occupano buona parte delle vicende. Ogni episodio è strutturato in modo assai lineare: la situazione iniziale, il pericolo, la battaglia, il ritorno alla normalità. Le variazioni sul tema sono rare, ma la formula funziona.

Zandor, Tara e Dorno, nonostante vivano in un pianeta lontano e sembrino i parenti degli eroi di Métal Hurlant, sono l'ennesima famiglia spaziale e ripropongono vecchi cliché di genere, ossia un uomo coraggioso e forte, una compagna bella e premurosa spesso in pericolo, un ragazzino inesperto e curioso. Qualche battuta sporadica suggerisce che non siano originari di Quasar, e che Zandor abbia vissuto avventure in giro per il pianeta e la galassia: sappiamo che ha stipulato trattati con popolazioni vicine, e conosce bene Space Ghost, avventuriero spaziale protagonista di un'omonima serie. Più originale è il resto del gruppo. Permane il dubbio se si tratti di 'semplici' animali o di creature d'intelligenza pari a quella degli esseri umani, un po' come avviene per lo wookie Chewbecca in Guerre Stellari. Ignoriamo se gli Erculoidi siano giunti da altri pianeti, superstiti di guerre o di eventi tragici; ogni individuo pare essere l'unico rappresentante della sua specie.

Il rapporto con la tecnologia è molto ambiguo: Zandor usa la fionda e ha uno scudo in spalla, e sia lui che la sua famiglia vivono felici senza possedere strumenti avanzati; si procurano il cibo cacciando, pescando o raccogliendo frutti, si difendono grazie all'intelligenza, allo spirito di gruppo, alle capacità che la Natura ha concesso loro. La tecnologia appartiene invece agli invasori o a bellicose razze indigene, e viene sempre impiegata per conquistare o distruggere, mai per realizzare oggetti di utilità quotidiana. La serie celebra il mito del pioniere, che si costruisce da solo in un mondo vergine; il sogno di poter far ritorno a una vita semplice, l'utopia del piccolo gruppo che davanti alle difficoltà si unisce, il credo indiscusso nella famiglia, il desiderio di meraviglia e c'è sempre la morale della favola ribadita dalla voce fuoricampo. Accanto a questi elementi tradizionali, c'è la sottintesa critica alle speranze riposte nel progresso. Può sorprendere, se si pensa che il cartone animato nasce in un'epoca e in una Nazione che crede e celebra la modernità.

Forse Gli Erculoidi porta in sé alcuni dei dubbi che esploderanno nelle contestazioni del Sessantotto, mescolati a stereotipi del vecchio cinema d'avventura e a valori tipicamente yankee. È un misto di innovazione e tradizionalismi, di valori laici condivisi dagli Americani e di dubbi instillati tra i disegni naïf di un mondo immaginario.

     

  

 

 

©2013 Lilly Lazzarini

    

 


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