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di Vito Ricci


Nicola, lì dove sorge il sole

di Vito Giuss Potenza, 2006

LA SCHEDA DEL FILM

   

è uscito il 20 marzo 2006 (in prima proiezione nel Teatro Piccinni di Bari) il film del regista palesino Vito Giuss Potenza dedicato a San Nicola, patrono di Bari, che narra la storia della traslazione delle ossa del Santo ad opera di 62 marinai baresi. Realizzato nel 2005 con un gruppo di ardimentosi, nonostante la carenza di budget, è un lungometraggio in b/n, interamente girato in digitale, sui fatti che nel 1087 precedettero la costruzione a Bari della basilica in onore di San Nicola. Il film è stato girato tra Bari, la provincia barese, Roma e Cesenatico. Nel cast, oltre ad attori non professionisti, c’è una nutrita presenza di attori locali (Paolo Sassanelli, Vito Signorile, Dante Marmone, Maurizio Nicolosi, Enzo Strippoli) e la partecipazione di attori noti del cinema come Andrea Giordana (S. Nicola), Moni Ovadia, che interpreta un monaco benedettino, Massimo Dapporto, nei panni di un faccendiere, e Gabriella Carlucci in quelli di una nobildonna. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista e dai giovani autori Luca Vessio e Antonio Garofalo, le musiche sono di Gianni Ciardo (nell’insolita veste di compositore) e Antonio Tuzza, la fotografia di Micki D’Aquino, i costumi di Francesca Mesto e la scenografia di Rocco Turso. La produzione è stata curata da due storiche associazioni di Bari-Palese: il Gruppo Artistico Teatrale (G.A.T.) e il Centro Studi Tradizioni Palesine.

è questo il secondo lungometraggio del regista Potenza, che nel 2002 ha diretto All'alba saliremo in monte, ricostruzione dei pellegrinaggi che negli anni Cinquanta i contadini di Palese (un quartiere periferico di Bari) facevano a Monte S. Angelo (terzo premio al Festival di Bagni di Lucca) a cui sono seguiti nel 2003 i cortometraggi: Gesù, luce del mondo trasmesso da Raiuno all'interno della trasmissione "A sua immagine", Perdono e Nicola in onda su Raitre.

L’incipit del film è il sogno dell’abate barese Elia nel quale san Nicola, vescovo di Myra, gli esprime il desiderio che le sue reliquie siano portate a Bari. Per questo, sessantadue marinai, guidati da Giovannoccaro, Summissimo e Alberto, a bordo di tre caracche si dirigono verso l’Asia Minore. Ad Antiochia si imbattono in alcuni mercanti veneziani che annunciano di volersi recare a Myra per prendere le spoglie di san Nicola. I baresi, giunti per primi, trafugano il corpo del santo ma vengono inseguiti dai miresi. Nel corso del viaggio di ritorno cinque marinai sottraggono alcuni frammenti del santo corpo. Si scatena così una violenta tempesta e le acque si placano solo dopo che essi hanno restituito il maltolto. Durante una sosta sull'isola di Milo, i sessantadue marinai promettono solennemente di far costruire al loro ritorno a Bari una chiesa per il santo. L'8 maggio 1087, Digizio, uno dei marinai, annunzia all'abate Elia il prossimo arrivo delle spoglie. Uscendo dal convento del monaco benedettino, Digizio incontra Anna, la sua futura sposa, il cui pensiero tanto lo aveva tormentato durante il viaggio.

Il corpo del santo giunge a Bari il 9 maggio 1087 e viene affidato all'abate Elia. Intanto Ursone, vescovo di Bari, rimasto all'oscuro dell’impresa, si trova a Trani in attesa di potersi imbarcare per la Terra Santa. Ritornato in fretta in città e reso omaggio alle sacre reliquie, impone di riporre le ossa in cattedrale. La situazione degenera e scoppia una sanguinosa guerriglia tra le guardie del vescovo e il popolo capeggiato dai suoi due maggiori esponenti, Alefanto e Caloleo. Durante i combattimenti muoiono due persone: un popolano e una guardia. Non si potevano bagnare le ossa del santo col sangue di rivoltosi. Così l'abate Elia, convinto dal nobile barese Agralisto, si precipita in episcopio e dopo alcuni momenti di tensione, riesce a convincere il vescovo a sedare gli scontri. «Sia fatta la volontà del popolo, si costruisca la nuova basilica». Sono queste le parole pronunciate dal  vescovo Ursone che esprime in tal modo la volontà di costruire una chiesa come degna sepoltura per il santo. 

è un episodio molto significativo ed emblematico della storia della Bari medievale, nel quale emerge la figura dell’abate Elia quale grande mediatore tra le opposte fazioni. Ed è di queste ultime settimane la notizia dell’avvio del processo di beatificazione di questo sant’uomo il quale, alla morte di Ursone, divenne arcivescovo di Bari.

Bisogna dare atto al coraggio e alla caparbietà di Vito Giuss Potenza e all’ormai affiatato gruppo di attori, autori e tecnici di aver portato avanti una così importante opera potendo contare su ben poche risorse finanziare.

   

   

  

©2006 Vito Ricci

    

 


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