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  testo di Gaetano Pellecchia  


Rosencrantz e Guildenstern sono morti

(Rosencrantz and Guildenstern Are Dead)

di Tom Stoppard, 1990

LA SCHEDA DEL FILM

 

 

 

   

Sogg.: Tom Stoppard
Scen.: Tom Stoppard (dall'Amleto di William Shakespeare)
Fot.: Peter Biziou
Mus.: Stanley Myers
Inter.:

Gary Oldman (Rosencrantz), Tim Roth (Guildenstern), Richard Dreyfuss (capocomico), Joanna Roth (Ofelia), Iain Glen
 (Amleto), Donald Sumpter (Claudio), Joanna Miles (Gertrude), Ljubo Zecevic (Osric), Livio Badurina, Tomislav Maretic, Mare Mlacnik, Serge Soric, Mladen Vasary, Zeljko Vukmirica, Branko Zavrsan.

Nazionalità: USA-GB, 1990
Durata: 117'

 

Ambasciatori: «...Le orecchie che dovrebbero darci ascolto non possono più sentire che i suoi ordini sono stati eseguiti, che Rosencrantz e Guildestern sono morti» (Shakespeare, Amleto, V, 2). 

Così gli ambasciatori danesi al loro ritorno dall'Inghilterra. Le orecchie cui fanno riferimento sono quelle di Claudio, re di Danimarca, ucciso da Amleto. In realtà, il defunto sovrano non ha mai ordinato di uccidere Rosencrantz e Guildenstern. L'ordine di Claudio era, invece, di uccidere Amleto ed era stato scritto su una lettera che i due avrebbero dovuto recapitare al re d'Inghilterra e quest'ultimo, in quanto vassallo del re di Danimarca, eseguire tale ordine. Ma Amleto, durante il viaggio verso l'Inghilterra, scopre la lettera e la sostituisce con una falsa, scritta da lui, in cui si ordina di uccidere Rosencrantz e Guildestern.

Nell'Amleto di Shakespeare, Rosencrantz e Guildestern sono due vecchi amici di Amleto chiamati da Claudio affinché scoprano cosa ci sia all'origine dell'atteggiamento strano che, dalla morte del padre, caratterizza Amleto. In seguito al complicarsi della vicenda, poi, i due vengono incaricati da Claudio di accompagnare Amleto in Inghilterra.

Rosencrantz e Guildestern, dunque, sono due personaggi dell'Amleto di Shakespeare. Tom Stoppard, valente commediografo e sceneggiatore, in questo film, li ha elevati al rango di protagonisti assoluti. Così facendo, cos'è che Stoppard ha voluto evidenziare? Riteniamo che la risposta a questa domanda costituisca la chiave interpretativa del film.

Si è accennato, qualche riga sopra, al ruolo svolto da Rosencrantz e Guildestern nell'Amleto. Cerchiamo di definirlo meglio, non senza aver ricordato, prima, che Amleto li convince a svelargli il motivo della loro presenza a Elsinore fin dal loro primo incontro. E dunque: amici di Amleto e fedeli al re. Sinceramente amici di Amleto e devotamente ubbidienti a Claudio, in quanto re di Danimarca. Essi sono tra due fuochi, "ingenuamente", verrebbe da dire. Infatti, è senza alcun atteggiamento ingannevole o doppiogiochista che essi cercano di capire l'origine del male di Amleto. Ed è con sincerità che essi ubbidiscono all'ordine del re di accompagnare Amleto in Inghilterra.

     

Si badi, in proposito, che il re affida loro una lettera di credenziali da consegnare al re d'Inghilterra, ma non dice ai due che nella lettera vi è l'ordine di uccidere Amleto. Sia il re che Amleto sanno che dei due ci si può fidare, ma fino a un certo punto. Amleto sa che essi "lavorano" per conto del re (sia pure senza fare il doppio gioco), quanto basta perché egli non veda più in loro degli amici di cui fidarsi ma solo dei vecchi compagni d'occasione che come tali vanno trattati e, infine, usati. Claudio sa che di loro si può fidare, ma sa anche che essi saranno sempre leali con Amleto: di qui la consegna della lettera senza l'informazione relativa al contenuto.

Questi, in sintesi, il ruolo e la condizione di Rosencrantz e Guildenstern nel dramma shakespeariano, che Stoppard non trascura - esplicito è uno dei dialoghi finali tra i due - ma vi aggiunge e privilegia la dimensione di "indagatori" delle stranezze di Amleto. Il principe viene così studiato dai suoi due vecchi amici in base alle attitudini di costoro: analitico, razionale e "svagato" Rosencrantz, pragmatico e "impulsivo" Guildenstern. 

Il film, allora, è una rappresentazione dell'Amleto da un particolare punto di vista, quello della singolare "indagine" su Amleto condotta da Rosencrantz e Guildenstern. La vicenda si sviluppa attraverso il continuo intrecciarsi fra tale indagine e le scene canoniche dell'Amleto: Rosencrantz e Guildenstern, infatti, "entrano" ed "escono" dalle scene dell'Amleto. I momenti di coincidenza sono quelli che nel testo di Shakespeare prevedono la presenza di Rosencrantz e Guildenstern, oltre ad alcuni momenti topici (uccisione di Polonio, ecc.). Il film, quindi, si configura come una sorta di "viaggio intorno ad Amleto" costituito dal punto di vista di Rosencrantz, da quello di Guildenstern e da quello della corte di Elsinore. Più in generale, si può dire che Stoppard, utilizzando il grimaldello dell'indagine di Rosencrantz e Guildenstern, abbia cercato di penetrare il mistero e il fascino del personaggio Amleto che da secoli ossessiona attori, registi e critici letterari.

A Stoppard vanno riconosciuti alcuni meriti. In primo luogo una grande abilità nella scrittura: basti pensare ai dialoghi del film che non seguono il testo shakespeariano, ma sono perfettamente adeguati allo stile di Shakespeare. In secondo luogo il fatto di aver dotato i due protagonisti di personalità differenti e credibili. Per inciso: nel film, Amleto scopre l'esistenza della lettera in cui lo si condanna a morte grazie al carattere impulsivo di Rosencrantz. Da ultimo, una sapiente direzione degli attori ed una grande conoscenza ed utilizzazione del teatro e delle sue tecniche, che sullo schermo si producono in sequenze di sicuro interesse come, ad esempio, la "partita a tennis" fra Rosencrantz e Guildenstern, la rappresentazione del dramma di Gonzalo davanti ai contadini, ecc.

Ci sembra però di individuare i limiti del film nel non riuscire ad indagare in profondità Amleto, a causa di dialoghi che, pur di ottima fattura, risultano spesso compiaciuti e superficiali e nell'eccessivo gioco di specchi fra realtà e finzione, che, pur presentando momenti di grande efficacia, dilata oltre misura il modello e che trova il suo apice in un finale in cui i due protagonisti sono impiccati dalla compagnia di attori. Una scelta discutibile alla luce di quanto i protagonisti e gli attori hanno detto e fatto durante il film. insistiamo ancora sul finale perché proprio tali sequenze mostrano il carro degli attori che si avvia lungo il pendio di un monte: ci sembra una citazione a contrario del Settimo sigillo di Bergman.

In quel film sono gli attori a scampare dalla morte e ad assistere ad una "danza macabra" lungo il crinale di un monte. Qui sono gli attori che provocano la morte. Infine ci pare che una certa staticità, danneggi il film, retaggio, forse, della sua origine teatrale (Rosencrantz e Guildenstern sono morti è una commedia di Stoppard) e questo nonostante i dialoghi veloci, gli intelligenti cambi di scena ed alcuni accorgimenti usati durante le riprese ed il montaggio. Allo stesso modo, molte scene risultano asfittiche: il fatto che la pellicola sia stata girata in un castello (in quanto ambiente chiuso) influisce spesso in maniera negativa. 

Non possiamo chiudere questo articolo senza aver elogiato gli attori, in particolare Tim Roth, Gary Oldman e Richard Dreyfus.

   

     

       

   

©2008 Gaetano Pellecchia

    

 


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