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Medioevo italiano. I film del 1972 - Il Medioevo di Pasolini - Il Medioevo erotico-boccaccesco


Berlin International Film Festival, Winner 1 Golden Berlin Bear.

I racconti di Canterbury

1972, regia di Pier Paolo Pasolini

   

  

Scheda: Nazione: Italia-Francia - Produzione: PEA, Les Productions Artistes Associés - Distribuzione: United Artists Europa, Ricordi Video, Vivivideo, Panarecord - Soggetto (da The Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer): Pier Paolo Pasolini - Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini - Fotografia: Tonino Delli Colli - Montaggio: Nino Baragli - Scenografia: Dante Ferretti - Costumi: Danilo Donati - Musiche: Ennio Morricone - Effetti speciali: Luciano Anzellotti - Formato: Panoramica Technicolor - Durata: 115'.

Cast: Hugh Griffith, Laura Betti, Ninetto Davoli, Franco Citti, Josephine Chaplin, Alan Webb, Pier Paolo Pasolini, O.T., J.P. Van Dyne, Vernon Dobtcheff, Adrian Street, Derek Deadman, Nicholas Smith, Dan Thomas, Michael Balfour, John Francis Lane, Judy Stewart-Murray, Elisabetta Genovese.


 

 

 


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Trama e commenti: cinematografo.it - kataweb.it - mymovies.it - film.spettacolo.virgilio.it - pasolini.net: «I racconti di Canterbury è il secondo film di quella che lo stesso regista definì la Trilogia della vita e che comprendono anche Decameron e Il fiore delle mille e una notte. Il riferimento è, questa volta, alle novelle di Geoffrey Chaucer, del quale nel film Pasolini stesso ricopre il ruolo. Su alcuni aspetti relativi alle origini letterarie del film, il regista risponderà così in un'intervista: "I racconti di Canterbury sono stati scritti quarant'anni dopo il Decameron ma i rapporti tra realismo e dimensione fantastica sono gli stessi, solo Chaucer era più grossolano di Boccaccio; d'altra parte era più moderno, poiché in Inghilterra esisteva già una borghesia, come più tardi nella Spagna di Cervantes. Cioè esiste già una contraddizione: da un lato l'aspetto epico con gli eroi grossolani e pieni di vitalità del Medioevo, dall'altro l'ironia e l'autoironia, fenomeni essenzialmente borghesi e segni di cattiva coscienza". All'inizio del film, Chaucer/Pasolini si unisce idealmente ai molti pellegrini diretti all'Abbazia di Canterbury; in seguito Pasolini rappresenterà il narratore che, all'interno di uno studio, penserà e scriverà i racconti. I temi di Canterbury sono, come in Decameron, sesso, amore e morte, con un'accentuazione di quest'ultimo: in tutti gli episodi, viene infatti rappresentato un funerale, o un assassinio, o un condannato a morte, o un moribondo. Pasolini affronta poi con grande ironia i temi della violenza esercitata dalla ricchezza, e dell'immoralità del potere. La sgradevolezza dei personaggi dei ceti "alti" è messa in particolare risalto da un trucco molto pesante, carico, volgare. Nella gente comune (come al solito Pasolini utilizza attori non professionisti) si ritrovano la stessa gestualità, le stesse espressioni e fisionomie di quelle presentate in Decameron. La musica (curata da Ennio Morricone) si richiama a canzoni popolari inglesi medievali e rinascimentali. Riappare la famosa canzone napoletana Fenesta 'ca lucive (già utilizzata in Decameron) - che parla della morte improvvisa di una giovane donna - quasi a costituire un ulteriore richiamo al tema della morte. Una delle regole più rigorose, nei film di Pasolini, è quella di eseguire un doppiaggio integrale. "Il doppiaggio", diceva Pasolini, "deformando la voce, alterando le corrispondenze che legano il timbro, le intonazioni, le inflessioni di una voce, a un viso, a un tipo di comportamento, conferisce un sovrappiù di mistero al film. Con il fatto poi che molto spesso, se si vuole ottenere un rapporto determinato tra suono e immagine, un rapporto di valori preciso, si è costretti a cambiare voce. Detto questo, mi piace elaborare una voce, combinarla con tutti gli altri elementi di una fisionomia, di un comportamento. Amalgamare. Sempre la mia propensione per il pastiche, probabilmente! E il rifiuto del naturale"...».

Plot Summary, Synopsis, Review: IMDb - entertainment.msn.com - tvguide.com: «After the formidable commercial success of his bawdy Decameron, Pier Pasolini applied the same formula to Geoffrey Chaucer's The Canterbury Tales with somewhat less appealing results. Seven of Chaucer's tales--those of the Friar, the Cook, the Merchant, the Miller, the Wife of Bath, the Reeve, and the Summoner--are brought to the screen with sex, brutality, and scatology foregrounded. As always, Pasolini provides a political subtext: 14th-century England is depicted as a period of social turmoil in which individual freedom (particularly of the sexual variety) had yet to be wholly squelched or perverted by the rise of the mercantile middle class...».

Approfondimenti: Movie Review

Conosciuto anche con i titoli: The Canterbury Tales; Les contes de Canterbury; Pasolinis tolldreiste geschichten.

 

Scheda filmica di Marilena Squicciarini nel volume virtuale Immagini del Medioevo nel cinema - I classici

     

     

  


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