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Le «altre» recensioni

di Angelo Basta


Il Signore degli Anelli: Le due torri

di Peter Jackson, 2002

LA SCHEDA DEL FILM

   

Scenari dominati dalle "forze del male", "Una Terra di Mezzo", "forze del bene che si uniscono", insomma siamo di fronte rispettivamente ad un Inferno, un Purgatorio, un Paradiso, un viaggio che ci mostra creature dannate, idilliache figure femminili… ma cos'è? La Divina Commedia? Ma no, è solo un film, è Il Signore degli Anelli, Le Due Torri…

Il primo episodio terminò con la caduta di Gandalf, il mago grigio, dal ponte Kasadum nelle terre oscure insieme al terrificante mostro che minacciò la "Compagnia dell'Anello". Ne Le Due Torri, la storia si divide in tre piani paralleli che seguono le vicende della "compagnia" divisa adesso in tre piccoli gruppi itineranti, ciascuno dei quali formato da tre personaggi… Insomma lo scritto di Dante, col suo numero "simbolico", non vuole abbandonarci….
Ma guardiamo più da vicino la trama e cerchiamo di scacciare l'ombra dantesca…

Tra le colline di Emyn Muil troviamo il primo dei tre gruppi, formato da Frodo, Sam, e Gollum, impegnati sulla strada che li porterà a Mordor, per distruggere l'anello del potere. Frodo, a mio parere, gioca sempre meno il ruolo da protagonista del film: compare poco e viene messo in ombra da Gollum, personaggio digitale amorfo, che provoca negli spettatori una sensazione mista tra orrore e inquietudine. È proprio lui il vero protagonista del gruppo, mostruosa creatura condannata dantescamente alla sofferenza, a causa della sua brama per il "teeessssoro…", rimasta storpiata fisicamente e mentalmente per aver custodito un tempo l'Anello. Gollum promette di guidare i due piccoli Hobbit alle Oscure Porte di Mordor in cambio della libertà. Nonostante Sam non si fidi affatto del nuovo inquietante compagno, Frodo prova compassione nei suoi confronti, forse perché inizia a sentirsi vittima dell'oggetto proprio come accadde a Gollum, un tempo anch'egli custode dell'Anello. La strana creatura, che vaga follemente tra i confini della sua sdoppiata psiche, teatro di un inquietante battaglia tra bene e male, tra tentazione e retta via, completamente asservita al potere dell'anello, sembra essere fedele ai due hobbit. Tuttavia proprio alla fine dell'episodio, ricadendo nei suoi "tormentati conflitti interiori" sembrerebbe intenzionata a condurli su spiagge poco sicure…

Il secondo gruppo è composto dagli hobbit Merry e Pipino che, sfuggiti dagli orchi, "vengono salvati" da un Ent, un albero animato custode dei boschi…
Curiosa e quanto mai significativa risulta la nuova figura fantastica introdotta in questo secondo episodio. A mio parere essa rappresenta madre natura, proprio quella che viene da sempre "offesa dal figlio uomo". Quando i venti di guerra rumoreggiano nella foresta, gli Ents si riuniscono per decidere se prender parte alla lotta che sta compiendosi tra Sauron e i nostri eroi... Mostrando inizialmente un certo distacco da quelli che sono i valori e gli interessi della guerra in atto, la furia della natura - ops, scusate - degli Ents si scaglia quando vedono la "foresta sud" completamente distrutta dagli orchi. L'ira è indescrivibile, gli Ents si dirigono verso il quartier generale "dell'hitleriano" Saruman, devastandolo, distruggendo, senza usare armi, senza usare tecnologie, ma semplicemente liberando un elemento naturale: l'Acqua. Abbattendo una diga, il fiume si riappropria della sua valle, e la vendetta è compiuta, l'equilibrio è ristabilito… 

L'ultimo gruppo, ma quello che forse ha occupato più di tutti la pellicola, è quello formato da Aragorn, l'elfo Legolas e il simpatico nano Gimli.
Inizialmente seguono le tracce degli hobbit rapiti, successivamente giungono nel regno di Rohan, il cui popolo fugge per la minaccia dell'armata di orchi, comandata da Saruman. Emerge qui la prodezza e la personalità di Aragorn che, personalmente, considero il vero protagonista dell'episodio. È lui che combatte a fianco del Re Theoden, è lui a suscitare un intrigante sospetto d'amore nel cuore della graziosa Eowyn (la nipote di Re Theoden), è lui "il Dante" dell'episodio che viene guidato, nel suo viaggio, dal mago grigio (che forse proprio grazie a questa sua "qualità cromatica" riesce a vagare con disinvoltura nel mondo nero del male e nel mondo bianco del bene…). Aragorn è l'innamorato di "Beatrice" rappresentata in questo caso da Arwen, regina degli elfi che sta per tornare "nel paradiso", ovvero nel mondo elfico dell'immortalità. Proprio gli Elfi, che inizialmente decidono di mettersi in salvo rifugiandosi in questo regno immortale, lontano da ogni guerra, decideranno alla fine di combattere la battaglia contro l'orda dei 10.000 di Sauron al fosso di Helm. Sauron sembra aver la meglio nella lunga ed avvincente battaglia. Ma ecco che nani, hobbit, elfi, uomini combattono uniti e riescono a mettere in fuga gli orchi. L'unione fa la forza, il male è la divisione! Ed ecco la miscela degli ingredienti vincenti per sconfiggere le forze del male e i guerrafondai, ecco la società multirazziale e multietnica che ha la meglio… Un messaggio del film su cui gli spettatori dovrebbero riflettere.

Estremamente incantevoli appaiono gli incontaminati paesaggi neozelandesi, molto coinvolgenti gli effetti sonori e musiche celtiche più che mai suggestive, fuori luogo invece l'azione dell'elfo Legolas che durante la battaglia sconfigge alcuni suoi nemici scivolando su di un rudimentale skateboard. Per conoscere le sorti dell'avventura della Compagnia dell'Anello, non ci resta che attendere l'episodio che conclude la trilogia, Il ritorno del Re.

   


Braveheart

di Mel Gibson, 1995

LA SCHEDA DEL FILM

   

Il film narra la storia di William Wallace (personaggio realmente esistito), il ribelle che fra il 1290 e il 1305 guidò i clan scozzesi contro Edoardo I Plantageneto, re d'Inghilterra. Furono proprio i nobili del suo popolo a tradirlo. Preso prigioniero venne torturato in pubblica piazza e poi decapitato. Il grande furore libertario dell'eroe nasce dall'iniziale tragedia d'amore di Wallace che si vede uccidere la giovane moglie dal comandante inglese del presidio. Diventa una furia, raccoglie un esercito e sconfigge ripetutamente gli inglesi. Ha persino una storia d'amore con la principessa Isabella, nuora del re. Troviamo in Braveheart una splendida colonna sonora (di Clannad), splendidi paesaggi di cui tramite numerosi campi lunghi il regista fa apprezzare la singolare bellezza. Campi lunghissimi alternanti dai frequenti primi piani, durante le scene della tragedia d'amore, creano nello spettatore una forte suggestione. Mel Gibson in questo film dà sicuramente il meglio di sé.

Definire Braveheart un film d'avventura, secondo il mio parere significa chiuderlo in un genere che a questo sta un po' stretto… In film, in effetti, potrebbe esser definito anche storico, in quanto narra una storia ed un personaggio storicamente esistiti. Allo stesso modo potrebbe esser definito un film drammatico per eccellenza: vi troviamo, infatti, una situazione iniziale felice che viene "tragicamente" colpita, ed un finale (coerentemente appunto al genere drammatico) estremamente tragico. Tuttavia leggo in Braveheart anche un messaggio di denuncia; già, ed eccoci ad un altro genere… 

È questo, ritengo, un film grandioso per la sua storia e per le diverse sensazioni che riesce a suscitare nello spettatore, e si presta a diversi modi di lettura.
Nel film troviamo, a mio parere, tre temi fondamentali e onnipresenti: Libertà, Amore e Guerra. Va detto che questi tre termini sono spesso fra loro antitetici, ma in Braveheart riescono a trovare una singolare fusione. Sono questi tre sentimenti, infatti, che accompagnano la vita di Wallace, cronologicamente divisa in tre parti: l'adolescenza, le battaglie e i conti con la storia…

- Quando William era bambino, il padre, accompagnato dal fratello maggiore, parte per una rivolta contro gli inglesi dalla quale non tornerà mai. Ecco come ad inizio del film il regista ci catapulta nel dramma scozzese: gli abitanti dei clan scozzesi oppressi dagli ingiusti e spietati inglesi. Il piccolo William viene così affidato allo zio il quale lo educherà come un vero e proprio Wallace!

Quando Wallace tornerà, dopo un po' d'anni, nel suo villaggio, Mel Gibson ci presenta un felice banchetto matrimoniale che viene bruscamente interrotto dal signore inglese che reclama il diritto dello ius primae noctis. Ecco la prima scena toccante del film, il profilmico rallenta, accompagnato da un leggero sottofondo musicale, nei volti dei "novelli sposi" si legge il dramma che stanno vivendo; tutti gli invitati sono in preda alla rabbia ma impotenti… ecco la trilogia sentimentale cui accennavo prima: qui l'amore dei due amanti è offeso dalla non-libertà che potrà esser ottenuta solo con un'azione bellica. Tuttavia non è ancora tempo per la vendetta…

- Periodo battaglie: Wallace s'innamora di Marion, i due hanno una relazione e segretamente si sposano per non dover sottostare all'ingiusta legge imposta dal re Plantageneto. Ma ecco nuovamente il dramma. Un soldato inglese tenta di violentare Marion, e qui Wallace ci mostra le sue doti di combattente cercando di farla fuggire. Purtroppo l'amata viene presa e davanti a tutto il villaggio le viene tagliata la gola «affinché questo serva da monito a chi vuol ribellarsi agli inglesi».

È questo un passaggio importante, si apre il periodo delle battaglie: Wallace si dirige da solo verso il presidio inglese, scatenando la sua furia, il suo odio, la sua vendetta. Ecco di nuovo l'amore che è stato offeso dalla non-libertà ma che adesso chiede giustizia tramite la guerra! Gli abitanti del clan hanno la meglio, Wallace ha vendicato Marion, ma spinto dagli scozzesi intraprende una serie di battaglie volte alla conquista della libertà, la stessa per la quale padre e fratello morirono. Gli scozzesi incredibilmente sconfiggeranno più volte i propri oppressori, spronati da Wallace a combattere con tutta l'anima, tramite l'ormai famosa frase: «Perché possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà». In queste scene compare un altro personaggio, il principe di Scozia, il quale è affascinato dagli ideali di Wallace, ma è bloccato dal padre attento alle terre, ai beni, al potere. A causa del tradimento di quest'ultimo Wallace sarà catturato. Il principe tuttavia nel corso del film subirà un'evoluzione, da traditore, sarà lui alla fine a riprendere la rivolta degli scozzesi, tentando di rimediare al suo tradimento. Importantissimo è secondo me notare come in questa parte centrale del film, in cui si susseguono quasi solo scene belliche, il regista riesce ad inserire la storia d'amore tra il protagonista e Isabella, la nuora del re. Il regista ci tiene a far esser sempre presenti contemporaneamente i tre sentimenti, amore, guerra e libertà, pena far dimenticare i valori che muovono Wallace.

- I conti con la storia (finale): Wallace viene catturato, torturato e quindi ucciso. La nuora del re, Isabella, confiderà al re moribondo di aspettare un bambino dal ribelle. Il principe finalmente si è liberato del peso del padre e riprenderà la guerra per la libertà, rimasta a causa sua incompleta.

William Wallace fu una persona che aveva bisogno di poco per fare molto; non era avido di denaro, anzi il denaro gli dava più forza per combattere chi lo aveva; non mirava alla gloria e al potere, se l'avesse voluta avrebbe conquistato l'Inghilterra, ma si fermò quando si rese conto che oltrepassava il suo territorio. Tutto questo rese ancor più feroci i suoi rivali. William Wallace fu sconfitto quindi per il suo cuore e per i suoi ideali di libertà. Vi sono, in ogni film sul Medioevo alcune alterazioni storiche, prima fra tutte lo ius primae noctis che non era nel Medioevo tra i diritti del signore, semmai esisteva in alcune zone il formariage, vale a dire l'obbligo di chiedere l'autorizzazione al signore e pagargli una tassa se si intendeva sposare una donna appartenente a un'altra signoria. Tuttavia, i tradimenti del principe scozzese preoccupato per le terre e non per la "libertà" rende bene l'idea che chi non apparteneva alla traditrice aristocrazia era un perdente nato.

Non poteva quindi esserci, nel film, altro che un finale tragico. Tuttavia Wallace lancia un forte messaggio di speranza: chi crede nei giusti valori può veramente ottenerli: Wallace muore da eroe. Il regista, in questo film, ci trasmette una dura realtà storica quanto mai contemporanea - nonostante il film ambientato in un'età da noi lontana - che vede i potenti tramare di nascosto e la gente comune che se vuole vivere si deve adeguare; chi ha il potere, quindi, da una parte, e chi deve subire dall'altra. Wallace sembra dirci: non restiamo a guardare, ognuno di noi può cambiare "la storia"…

   

       

 

©2002-2003 Angelo Basta

   


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