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Medioevo e fantascienza

Un pianeta chiamato "Star Wars"

di Anna Maria Colonna

  

LA SAGA DI "STAR WARS"

 

  

 

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,

le cortesie, l’audaci imprese io canto…

(Orlando Furioso, canto I, vv. 1-2)

George Lucas e Ludovico Ariosto: un accostamento impensabile per chi considera la saga di Star Wars come un prodotto di pura fantascienza; eppure questi due uomini, vissuti in epoche tanto lontane, utilizzano gli stessi ingredienti per raccontare le loro storie: Ariosto, nell’Orlando Furioso, narra della guerra tra i cristiani, guidati da Carlo Magno, e i “mori”, guidati da Agramante e Marsilio (l’audaci imprese); lo scrittore, inoltre, presenta, nel suo poema, un universo femminile dalle più svariate caratteristiche (la bellissima Angelica, l’infelice Olimpia, la valorosa Bradamante), scrive di teneri amori (quello tra Angelica e Medoro), di valorosi cavalieri (Rinaldo, Orlando) e di rapidi duelli, come quello tra Sacripante e Bradamante (l’arme).

Lucas propone involontariamente, attraverso il cinema, gli stessi temi dell’autore emiliano: le donne (Padmé, regina e, in seguito, senatrice del pianeta Naboo; la principessa Leila), i cavallier (i Jedi: Qui-Gon Jinn, Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Luke Skywalker), l’arme (il duello, con spade laser, tra il cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi ed il crudele Darth Fener, nell’episodio IV, intitolato Una nuova speranza; lo scontro, sempre con spade laser, tra Darth Fener e suo figlio Luke Skywalker, nell’episodio VI, dal titolo Il ritorno dello Jedi), gli amori (quello tra Padmé e Anakin Skywalker, da cui nascono i gemelli Luke e Leila, protagonisti degli episodi IV, V e VI; quello tra Ian Solo, capitano dell’astronave Millenium Falcon, e la principessa Leila), l’audaci imprese (le guerre dei cloni, che vedono contrapporsi le forze Separatiste della Confederazione dei Sistemi Indipendenti e l’esercito di Cloni della Repubblica, guidato dai maestri Jedi; la lotta fra l’esercito dei ribelli, fedele all’Antica Repubblica e capeggiato dalla principessa Leila, e le oscure forze dell’Impero Galattico, proclamato nell’episodio III, La vendetta dei Sith, da Palpatine, ex Cancelliere della Repubblica). Ma le somiglianze tra lo scrittore ed il regista non finiscono qui; si legga la seconda ottava del primo canto del poema ariostesco:

Dirò d’Orlando in un medesmo tratto

cosa non detta in prosa mai né in rima:

che per amor venne in furore e matto

d’uom che sì saggio era stimato prima…

Non succede, forse, la stessa cosa ad Anakin Skywalker? Egli, dopo esser divenuto Cavaliere Jedi grazie all’addestramento di Obi-Wan Kenobi, viene lentamente corrotto dal Lato Oscuro della Forza a causa della paura di perdere Padmé, sua sposa, di cui ha sognato la morte durante il parto. Anakin, credendo di acquistare un potere tale da sconfiggere la stessa morte, cessa così di esistere, poiché si lascia divorare da un odio folle e devastatore e diventa Darth Fener, Signore dei Sith. Il timore di perdere la persona amata cancella in Anakin ogni traccia di saggezza, rendendolo cieco e sordo persino di fronte alla disperazione della stessa Padmé. Ma come Orlando, nell’ultimo episodio della saga (Il Ritorno dello Jedi) Darth Fener recupera il senno e lo fa tra le braccia del figlio, che rappresentano l’ampolla contenente la sua ragione, un’ampolla somigliante all’abbraccio tra due persone che si ritrovano dopo essersi a lungo cercate; e mentre Astolfo recupera il senno di Orlando sulla luna, si può ben dire che Darth Fener abbia vagato per l’intero Universo prima di ritrovare la sua saggezza!

Nel canti II e III dell’Orlando Furioso viene citato l’Ippogrifo, il cavallo alato del mago Atlante:

Volando, talor s'alza ne le stelle,

e poi quasi talor la terra rade

(Orlando Furioso, canto IV, ottava VI)

Quanti esseri simili a questa creatura mitologica compaiono nei sei episodi di Star Wars, con in groppa i personaggi della saga?... e ricordiamo che l’Ippogrifo, nel canto IV, porta Ruggero altissimo in cielo (lo stesso cielo in cui avvengono le vicende di Guerre Stellari?).

Ancora… nel canto VI Ruggero si dirige verso l’isola dove vive Logistilla, una fata buona, ma viene bloccato da una torma di mostri di cui fa strage. Quanti mostri sono presenti nell’esalogia di Lucas? Pensiamo a Jabba The Hutt, un essere somigliante ad una grossa lumaca senza guscio, che ne Il ritorno dello Jedi tiene prigioniero Ian Solo (Harrison Ford) nella sua lussuosa fortezza al margine del Mare di Dune su Tatooine; pensiamo alle numerose, orribili creature che lo circondano e che sembrano divertirsi alla vista delle torture e delle umiliazioni a cui Jabba sottopone i suoi prigionieri.

    

Mettiamo ora da parte il confronto fra George Lucas e Ariosto e soffermiamo la nostra attenzione su altri particolari della saga di Star Wars. Prima di tutto consideriamo il termine saga: il mondo dei popoli nordici era costellato di leggende e di miti che riguardavano dèi ed eroi. Caratteristiche dell’Europa del Nord furono le saghe, racconti leggendari della storia di quelle genti, trasmessi oralmente di generazione in generazione; in esse si mescolavano personaggi reali e avvenimenti fantastici: guerre, viaggi ed esplorazioni furono gli argomenti preferiti dalle saghe vichinghe. Solo dopo il XII secolo (periodo medievale), però, le saghe furono messe per iscritto. Nel termine saga, con cui si è soliti definire l’esalogia di Lucas, si ritrova, quindi, un piccolo, quasi impercettibile collegamento con il Medioevo.

Passiamo ai titoli ed esaminiamone uno in particolare, quello del sesto ed ultimo episodio, Il ritorno dello Jedi: non richiama, forse, esso il titolo dell’episodio che conclude la trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson (2001–2003), Il ritorno del Re? Entrambi i titoli, inoltre, concludono le rispettive saghe, ed entrambi le chiudono con un ritorno; Il ritorno del Re ha il suo apice narrativo nella battaglia di Pèlennor: la Compagnia, illuminata da una lontana speranza e da una fermezza nobile quanto disperata, cerca di radunare ciò che è rimasto degli uomini per fronteggiare il Male Supremo. Anche ne Il ritorno dello Jedi le forze ribelli, dopo aver scoperto che l'Impero sta costruendo una nuova Morte Nera (già annientata dai ribelli nell’episodio IV, Una nuova speranza), mettono in atto un piano per disattivarne lo scudo spaziale di protezione, la cui fonte d'energia si trova sulla luna di Endor. Mentre ad Endor una furiosa battaglia tiene impegnati i ribelli (aiutati dagli Ewoks) contro le forze dell’Impero, il perfido Darth Fener attira il figlio Luke in un ultimo, mortale duello, che avviene sotto gli occhi dell'imperatore Palpatine, incarnazione del Male. Entrambi gli episodi, quindi, si concludono con un confronto-scontro con il Male Supremo.

«Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana...»: sembra l’inizio di una favola ed è proprio così che Lucas introduce ogni singolo episodio di Star Wars al suo pubblico; otto semplici parole appaiono sullo schermo, pronte a catturare l’attenzione degli spettatori affascinati dall’atmosfera fiabesca che circonda le vicende narrate, proprio come avviene quando si vuole predisporre un bambino all’ascolto attento di una storia…lo si incanta con le parole, facendogli presagire che il racconto sarà portatore di magici eventi e di misteriose esperienze.

Ma scendiamo nei dettagli ed analizziamo i singoli episodi.

L’episodio I, La minaccia fantasma, è caratterizzato dalla presenza di Qui-Gon Jinn ed Obi-Wan Kenobi (a loro si aggiungerà, in seguito, Anakin Skywalker, uno schiavo di nove anni che, grazie alla sua predisposizione naturale all’uso della Forza, viene addestrato all’arte dei Jedi), due cavalieri dell’Ordine dei Jedi, monaci guerrieri garanti della pace e della giustizia, che traggono il potere dalla Forza: secondo i principi della modestia e dell'umiltà, era tradizione dei Jedi indossare abiti lunghi, ampi e comodi, una tunica ed un mantello, nelle varie tonalità del bianco e del marrone (come è ben visibile nei vari episodi della saga. Nella scena iniziale Qui-Gon e Obi-Wan appaiono incappucciati e con le mani nascoste sotto le maniche: quest’ultimo particolare ed il saio che li copre richiamano fortemente l’immagine dei frati (e sappiamo che il monachesimo si diffuse in Occidente durante il Medioevo), soprattutto di quelli dell’ordine benedettino.

Guardando alcuni atteggiamenti e gli abiti dei monaci del film Il nome della rosa di Jean-Jacques Annaud, ci si rende conto di quanti siano i particolari che accomunano questi ultimi personaggi ai cavalieri Jedi. Inoltre, nel Medioevo, il guerriero era un specialista che non si poteva improvvisare; per combattere e difendere la società (che si distingueva in oratores, i chierici, bellatores, i guerrieri, e laboratores, i contadini) bisognava addestrarsi sin da ragazzi (Anakin e suo figlio Luke sono sottoposti ad un rigoroso addestramento per entrare a far parte dell’ordine dei Jedi). Il tipo caratteristico del bellator era il miles, cioè il “cavaliere”, una categoria professionale alla quale, fino al XII secolo, si accedeva per cooptazione degli altri cavalieri (come accade ad Anakin, la cui attitudine alla Forza viene notata da Qui-Gon Jinn, che decide di addestrarlo), finché prevalse il principio che solo i figli di cavaliere avessero accesso alla cavalleria (Luke, figlio di Anakin, diventa cavaliere Jedi). La cultura, la letteratura “cortese”, ha nel cavaliere il suo centro: essa formalizza le virtù cavalleresche, quali il coraggio, la saggezza, la misura, la fedeltà (che, poi, sono le stesse virtù che un Jedi deve possedere: il Maestro Yoda, il membro più saggio ed anziano dell'Ordine, somigliante ad una delle tante creature di fantasia che popolano i boschi medievali, ne Il ritorno dello Jedi incita più volte Luke ad imparare il controllo, quindi la misura), e fornisce una visione idealizzata dell’avventura guerriera e dell’amore.

    

Caratteristica dell’episodio II, L’attacco dei cloni, è la storia d’amore tra il giovane aspirante Jedi Anakin Skywalker e la senatrice Padmé Amidala. «Amor condusse noi ad una morte», scrive Dante nel canto V dell’Inferno a proposito della passione proibita che, nella seconda metà del XIII secolo, recise il filo sottile della vita di Paolo e Francesca. Il sentimento che nasce tra Anakin e Padmé ha qualcosa che lo rende simile non solo alla vicenda di Paolo e Francesca, ma anche alla storia d’amore tra Tristano e Isotta (uno dei più struggenti miti nati durante il Medioevo) ed a quella tra Lancillotto e Ginevra (simbolo dell’amor cortese medievale, essendo, Lancillotto, un cavaliere della Tavola Rotonda): la passione tra i due personaggi di Star Wars deve rimanere segreta a causa del celibato che gli Jedi hanno il dovere di rispettare; il loro è un amore illecito (come quello delle storie d’amore appena citate) e si conclude tragicamente (come anche per gli altri amanti menzionati): Padmé muore di parto, Anakin muore nell’anima, passando dalla parte del Male.

«Il terreno era libero e vasto, la folla lo circondava da ambedue le parti. I due cavalieri (...) si attaccano con il ferro delle lance e si urtano con una violenza tale che gli scudi vengono forati e sfondati, i legni delle lance si rompono e volano a pezzi (...). Terribile è il combattimento delle spade; si colpiscono violentemente sul collo (...) rompono tutto quel che colpiscono, rovinano le corazze, il ferro è rosso di sangue vermiglio. La battaglia dura lungamente» (Chrétien de Troyes, 1135 – 1183 circa). Il duello è tipico del Medioevo: poteva nascere da motivi di onore o di vendetta, a volte rappresentava il preludio di una battaglia, animava i tornei in tempi di pace.

Il III episodio di Star Wars, La vendetta dei Sith, è ricco di duelli: ricordiamo quello tra Anakin ed il conte Dooku, alla fine del quale quest’ultimo viene ucciso (« Ma era prigioniero e disarmato. Non dovevo, questo non è da Jedi » esclama Anakin dopo aver messo fine alla vita del conte); lo scontro tra Obi-Wan (trasportato da un animale somigliante ad un drago, essere mostruoso che popolò i bestiari e le enciclopedie medievali e che anche Giovanni cita nell’Apocalisse come incarnazione del demonio; esso rappresentava il tradizionale avversario del cavaliere) ed il Generale Grievous; il duello (per mezzo di spade laser, l’arma tradizionale dei cavalieri Jedi) tra Obi-Wan e Darth Fener, contemporaneo allo scontro tra Yoda e l’imperatore.

«Non è la luna, è una stazione spaziale»: Obi-Wan sta parlando della Morte Nera, uno dei “personaggi” principali dell’episodio IV, intitolato Una nuova speranza; questa Death Star (stella della morte), realizzata dall'Impero Galattico, dispone di un cannone laser in grado di distruggere un pianeta in pochi secondi. Durante il Medioevo il libro era venerato come strumento di sapere e di potere; spesso, sui portali delle grandi chiese, il Cristo veniva raffigurato con il libro dell’Apocalisse (che espone, in forma profetica, ciò che deve accadere alla fine dei tempi) in mano. Figure centrali di questo racconto sono quattro terribili cavalieri: la Fame, la Peste, la Guerra e, appunto, la Morte, che pone fine a tutte le cose (così come la Morte Nera è capace di distruggere istantaneamente un pianeta e ciò che esso contiene). Anche in questo episodio fanno la loro comparsa creature simile a quelle appartenenti all’immaginario medievale, come gli esserini che conducono i due droidi D-3BO e C1-P8 presso un allora giovane contadino, Luke Skywalker

Obi-Wan Kenobi, ritiratosi sul pianeta desertico Tatooine, si presenta, qui, nelle vesti di un eremita (in Occidente, il fenomeno dell’eremitismo rifiorisce alla fine del secolo X e caratterizza i secoli centrali del Medioevo). Un nuovo personaggio fa la sua comparsa in questo episodio: è il trasportatore spaziale Ian Solo (Harrison Ford), capitano del Millennium Falcon, ingaggiato da Luke e da Obi-Wan affinché li conduca, con la sua astronave, nella galassia, alla ricerca di Leila. Un altro collegamento, seppur sottile, con il Medioevo lo si trova nell’appellativo Millennium Falcon: ricordiamo che nel periodo medievale l’aristocrazia praticava spesso la caccia con il falco, simbolo di maestà e di potere.

Un immenso paesaggio deserto ed innevato apre l’episodio V, L’impero colpisce ancora, caratterizzato (in parte) da un’ambientazione tipicamente medievale: il pianeta Dagobah, fitto di paludi e di alberi pietrificati, è il luogo in cui il Maestro Yoda addestra Luke all’arte Jedi. Proprio nell’immaginario medievale la foresta è il territorio d’elezione dell’avventura cavalleresca, del tirocinio attraverso il quale si diventa veri guerrieri.

Ancora immense foreste nell’episodio VI, Il ritorno dello Jedi, ancora, quindi, atmosfere medievali; le stesse tecniche di guerra usate dagli Ewoks, creature di fantasia abitanti la luna boscosa di Endor, richiamano il mangano o il trabucco, armi usate nel Medioevo.

Una pratica, infine, accomuna il Medioevo e la saga di guerre stellari: mi riferisco alla magia, che ha fatto il suo ingresso in Occidente attraverso la scuola della cattedrale di Chartres e le corti del Duecento, le quali ospitavano astrologi arabi. Quella di Star Wars è una magia che si presenta sotto diversi aspetti: essa è la Forza, è il Lato Oscuro, è il Potere, è la capacità di Yoda e dei maestri Jedi di prevedere il futuro... ma è anche la spettacolarità degli effetti speciali, la rarità e il mistero delle forme che assumono i tanti personaggi della vicenda; ed è quest’ultima magia che ha davvero la capacità di incantarci!

  

Breve nota bibliografica

Ludovico ARIOSTO, Orlando Furioso, Epidem, Novara 1974.
F. CARDINI, Il Medioevo, Giunti, Firenze 1999, illustrazioni di Alessandro Bartolozzi.
G. CASELLI, Celti e Vichinghi, Giunti, Firenze 1991.
J. R. R. TOLKIEN, Il Silmarillion, edizione Speciale per "Il Corriere della Sera", RCS Quotidiani, Milano 2005.
J. R. R. TOLKIEN, Lo hobbit o la Riconquista del Tesoro, Adelphi, Milano 2005.
J. R. R. TOLKIEN, Il Signore degli Anelli (Trilogia), ed. italiana a cura di Q. Principe, introduzione di E. Zolla, Mondolibri, Milano 2004
Dizionario dei registi del cinema mondiale, a cura di G. P. Brunetta, II, Einaudi, Torino 2005.
Il Medioevo al passato e al presente, IV: Arti e storia nel Medioevo, a cura di E. Castelnuovo e G. Sergi, Einaudi, Torino 2004.
Il “Mereghetti”. Dizionario dei Film 2004, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2003.
Storia del cinema mondiale, a cura di G. P. Brunetta, II/II: Gli Stati Uniti, Einaudi, Torino 2000.
Storia del cinema mondiale, a cura di G. P. Brunetta, V: Teorie, strumenti, memorie, Einaudi, Torino 2001.

WEBBOGRAFIA

http://www.storiamedievale.net
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_Stellari_%28film_1977%29
http://it.wikipedia.org/wiki/Jean-Jacques_Annaud
http://www.feudalia.it/biblioteca/duello.html
http://www.mondimedievali.net/Immaginario/drago.htm
http://www.mondimedievali.net/pre-testi/eremitismo.htm
www.fantasymagazine.it

  

       

       

   

©2008 Anna Maria Colonna

    

 


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